Janis Joplin- “Ball and chain”

Buonasera a tutti!!

Prima di tutto, volevo scusarmi per le mie frequenti assenze dal blog, ma in questi giorni ho avuto a che fare con un problema di salute non indifferente (che però pian piano si sta risolvendo, anche se non del tutto), e quindi non avevo la testa per scrivere nuovi articoli e per commentare i post qui presenti.

In secondo luogo, oggi voglio occuparmi nuovamente della mia Artista internazionale preferita, perché con la sua voce roca e sofferta entra a gamba tesa nel mio cuore tutte le volte che la ascolto: sto parlando dell’immensa e meravigliosa Janis Joplin (di cui avevo già parlato in uno dei miei primi articoli del 2017 intitolato “Kozmic Blues”), ed il brano con cui voglio omaggiarla questa volta si intitola “Ball and chain”, che originariamente era stato inciso dalla cantautrice blues americana Willie Mae “Big Mama” Thornton (la cui versione passò pressoché inosservata) e poi ripreso con successo dalla stessa Janis con la sua band dell’epoca (“Big Brother and the Holding Company”) all’interno dell’album “Cheap Thrills” (1968), anche se la Joplin si era già esibita live con questo capolavoro tempo prima (esattamente nel 1967) in occasione del “Monterey Pop Festival”.

Come si evince dal titolo, la parola chiave che si evince da questo diamante blues-rock è “palla al piede” (traduzione letterale di “ball and chain”), che solitamente è un’immagine associata ai prigionieri per impedire loro di scappare, mentre qui questa figura viene utilizzata per raccontare la storia di una donna che resta trattenuta dal suo uomo perché non riesce a liberarsene, vivendo così una sorta di amore tossico e malsano in cui arriva ad annullare se’ stessa per accontentarlo in tutto e per tutto, e creando così anche una sorta di dipendenza da lui, infatti arriva addirittura a stare male quando lui se ne va ed invoca anche un aiuto divino.

Qui sotto vi posto la versione live al “Monterey Pop Festival” (in cui la nostra Janis mostra tutta la sua sofferenza ed il suo vissuto con un’interpretazione da pelle d’oca), ed intanto vi faccio una domanda: vi è mai successo di vivere una relazione tossica? Se sì, come ve ne siete poi liberati? Se volete, potete rispondere, ed intanto baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Caccia al tesoro- Edizione 2021”- “Heat Above” (Greta Van Fleet)

Buonasera a tutti!!

Sicuramente vi starete chiedendo cosa significa il titolo di questo mio nuovo articolo: siete curiosi, vero? Bene, ve lo spiego subito: praticamente, si tratta di un nuovo itinerario speciale costituito da due puntate dedicate a due brani dell’anno scorso che non c’entrano nulla l’uno con l’altro (infatti questa che vi propongo oggi è una ballatona rock internazionale, mentre quella che vi proporrò nella prossima puntata è una canzone italiana più ritmica e vivace), ma che hanno in comune il fatto che sono stati ingiustamente sottovalutati dalle radio nonostante fossero, a parer mio, dei capolavori musicalmente ben costruiti. Come vedete nella seconda parte del titolo, il primo brano di questo mio itinerario è dei Greta Van Fleet e si intitola “Heat Above”, il cui album di appartenenza è “The Battle at Garden’s Gate” (2021), che è stato prodotto da Greg Kurstin (già collaboratore di Artisti del calibro di Paul McCartney, Foo Fighters ed Adele).

Il testo di questo gioiellino preziosissimo affronta la tematica relativa alla profondità dei sentimenti umani, narrando una storia che mette al centro la speranza di trovare ancora un po’ di pace e di amore in un mondo caratterizzato dai conflitti, dalle guerre e dalla tragicità degli eventi, come sta appunto accadendo dal 2020 ad oggi tra COVID-19 e guerra in Ucraina, infatti anche Sam Kiszka (bassista e tastierista della band) ne spiega il significato dicendo che “c’è ancora molto amore nel mondo sebbene non sembri così, ed il brano racconta proprio del cammino verso le stelle”. Questa situazione viene ben descritta musicalmente attraverso l’utilizzo dell’organo elettrico Hammond B3, che sembra quasi un omaggio ai Deep Purple, e che conferisce al brano delle sonorità talmente maestose ed eteree da farlo sembrare come la colonna sonora di un film.

Davvero notevole è anche il timbro vocale di John Kiszka (cantante della band), la cui potenza ricorda Robert Plant (cantante dei Led Zeppelin), quindi ascoltate bene, perché questo pezzo è incredibile!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Loredana Bertè- “Fiabe”

Buonasera a tutti,

Tenetevi forte, perchè oggi voglio parlare di una cantante che amo alla follia, forse la cantante italiana che amo di più in assoluto: Loredana Bertè!! La sua voce mi fa letteralmente impazzire, perchè è talmente diretta e onesta che arriva dritta al cuore!

La canzone che Vi propongo oggi si intitola “Fiabe”, che è stata scritta nel 1977 da Oscar Avogadro e Daniele Pace per quanto riguarda il testo e da Franco Monaldi dal lato della musica, ed è caratterizzata dai cori effettuati dalla sorella Mia Martini.

Questo brano affronta un tema molto forte e molto caro a Loredana, ossia il femminismo e la violenza sulle donne, infatti qui si sente proprio che la Lory nazionale dà veramente tutta se stessa in un’interpretazione davvero da pelle d’oca! Esso non è contenuto in nessun album, ma venne ripreso con il titolo “Foglia” alla fine dell’album “TIR” del 1977.

Mi raccomando, guardate il video, e soprattutto leggete le parole (le trovate al suo interno), perchè lasciano veramente il segno e danno un messaggio chiaro su un tema che è ancora molto attuale.

Come sempre, baci dalla Vostra Anna R!!