Speciale “Gli eterni immortali”- “Non escludo il ritorno” (Franco Califano)

Buongiorno a tutti!!

Dopo lo speciale sui due Lucio, voglio partire per un altro itinerario composto da due mete dedicate a due veri e propri Maestri che, a parer mio, sono ingiustamente sottovalutati, e di cui quest’anno si celebrano gli anniversari decennali della loro dipartita: sto parlando di Franco Califano e di Little Tony, che voglio celebrare con due gioielli definibili come i loro testamenti artistici e spirituali, iniziando da un brano del Califfo dal titolo “Non escludo il ritorno”, che è contenuto nell’omonimo album del 2005 (il suo penultimo), e che è stato scritto dal leader dei Tiromancino Federico Zampaglione (che lo ha sempre considerato una fonte di ispirazione).

Questa pietra preziosa, come si può evincere dal titolo (che, non a caso, è stato scelto come epitaffio per la sua lapide nel cimitero di Ardea), ripercorre tutte le tappe del percorso di vita di questo Genio, che ha vissuto la sua vita in modo pieno anche negli eccessi fregandosene di tutti i pregiudizi e di tutte le convenzioni (ed io l’ho sempre ammirato per questo suo coraggio di essere veramente libero fino alla fine dei suoi giorni), ed infatti anche il suo timbro vocale rauco ed intenso sembra consumato dalla vita e dalle sue sofferenze.

Dopo tutte queste premesse, non dico più nulla, visto che a parlare dev’essere solo la sua musica, quindi non vi resta che ascoltare questo capolavoro!! Baci dalla vostra Anna R!!

Erminio Sinni- “L’amore vero”

Buongiorno a tutti!!

Oggi sono davvero felice, perché voglio parlarvi un po’ di un Artista con un’intensità vocale fuori dal comune e con una storia di vita davvero esemplare, visto che si tratta di un Uomo che si è fatto da solo nel vero senso della parola, data la lunga gavetta iniziata all’età di 18 anni nei pianobar di Roma (e che tra le altre cose ha anche fatto da corista all’immensa Mia Martini): avete visto “The Voice Senior”? Vi è piaciuto? Non so se avete capito, ma l’Artista in questione ha vinto la prima edizione di questo meraviglioso programma (ed era anche nel team del mio idolo Loredana Bertè!) ed il suo nome è Erminio Sinni.

Il brano che ho scelto per omaggiarlo come merita è stato scritto dallo stesso Sinni in coppia con un altro Gigante della musica italiana quale Riccardo Cocciante, e si intitola “L’amore vero”, che è contenuto all’interno dell’album del 1993 “Ossigeno” e che è stato presentato a Sanremo nello stesso anno, dove nella sezione “Giovani” si piazzo’ solo quinto (a parer mio ingiustamente, visto che avrebbe meritato certamente la vittoria), ma in compenso ottenne il Premio “Volare” per la miglior musica ed anche il premio per il miglior testo.

Questo diamante prezioso, che ha avuto un enorme successo in Sudamerica (complice anche il fatto che è stato utilizzato come colonna sonora della telenovela “Por amor a vos”), mi ha fatto commuovere dalla prima volta che l’ho ascoltato, perché descrive la fortuna di poter vivere quell’amore unico e speciale che, anche dopo anni, è capace di farci battere il cuore, ma che allo stesso tempo dev’essere alimentato al fine di farlo durare per sempre (emblematica e toccante è la frase “L’amore vero quando lo trovi tienitelo stretto/Non fargli mancare niente, coltiva una rosa per ogni difetto/E fallo crescere in buona terra e che l’acqua sia in abbondanza”).

Adesso però ascoltate bene il testo di questo gioiello cantato da questa voce da brividi!! Baci dalla vostra “Anna R”!!

Speciale “Sanremo 2003”- “Moriro’ d’amore” (Giuni Russo)

Buona giornata a tutti!!

Il nostro itinerario speciale dedicato all’edizione 2003 del Festival di Sanremo termina oggi con un omaggio ad un’Artista dotata di un’estensione e di una duttilità vocale uniche al mondo che le consentivano di spaziare nei generi musicali più svariati (tra cui anche la musica sacra) e di effettuare facili cambi di registro (emblematica è stata la sua riproduzione del verso del gabbiano in una sua famosa hit estiva): sto parlando dell’ineguagliabile Giuni Russo, ed il brano che ho scelto per omaggiarla non poteva che essere quello che io definisco come il suo “testamento spirituale”, ossia “Moriro’ d’amore”, che è stato scritto alla fine degli Anni ’80 con Maria Antonietta Sisini (sua storica compagna di vita) e Vania Magelli, mentre gli arrangiamenti sono di Roberto Colombo e di Franco Battiato, che hanno vinto il “Premio Volare per il Miglior Arrangiamento” durante la famosa kermesse canora.

Il tema portante di questo diamante è l’amore, che in questo caso non viene visto come un qualcosa di romantico verso un’altra persona, bensì viene visto come un qualcosa di tipo spirituale e trascendentale, infatti, durante le ultime performance dal vivo, Giuni alzava gli occhi al cielo verso l’Altissimo quando cantava il ritornello “Moriro’ d’amore/Moriro’ per te”, ed anche nelle altre parti del testo sono presenti citazioni di Santa Teresa d’Avila e di San Giovanni della Croce, in modo da sottolineare ancora di più questa spiritualità.

Dopo che il brano venne scartato dalla Commissione Festivaliera per ben due volte (nel 1989 e nel 1997), alla fine del 2002, Giuni, che nel frattempo stava già combattendo contro un brutto cancro al cervello, decise di contattare personalmente Pippo Baudo (conduttore e direttore artistico della kermesse), che finalmente decise di ammetterla in gara, quindi l’Artista pote’ tornare nel 2003 sul palco dell’Ariston dopo ben 35 anni di assenza, dove si esibi’ con il volto segnato dalla chemioterapia e la testa calva dipinta con tatuaggi color henne’, e questo sottolineo’ ancora di più la tragicità della sua interpretazione, che ebbe un ottimo riscontro da parte del pubblico e della critica.

L’Artista si spense poi nella notte tra il 13 ed il 14 settembre 2004 all’età di 53 anni, ma la sua musica resterà per sempre immortale, così come questa canzone, che dovete assolutamente ascoltare e portare con voi nel vostro personale bagaglio musicale!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Sanremo 2003”- “Oceano” (Lisa)

Buona domenica a tutti!!

State passando una buona Pasqua? Siete pronti a ripartire con me per nuove “mete”? Bene, allora tenetevi forte, perché da oggi vi propongo un nuovo itinerario speciale tutto sanremese diviso in due puntate, ed in particolare mi concentrerò sull’edizione 2003 del Festival della Canzone Italiana (quella condotta da Baudo con Serena Autieri e Claudia Gerini, che forse qualcuno ricorderà), in cui hanno partecipato due “signore Canzoni”, che, anche se non sono salite sul podio, lo avrebbero certamente meritato, vista la loro intensità e la loro costruzione musicale.

Quella che vi propongo oggi è interpretata da un’Artista davvero eccellente dotata di un talento puro e cristallino (di cui si è anche accorta Celine Dion alla fine degli anni ’90), che ha avuto un grandissimo successo in Francia, ma che purtroppo in Italia non viene considerata come merita: il suo nome è Lisa ed il brano in questione si intitola “Oceano”, che è stato scritto da Mauro Malavasi, Leo Z ed Andrea Sandri.

Si tratta di una composizione musicale delicata ed allo stesso tempo maestosa in cui la nostra Lisa dà sfoggio della sua ampia vocalità capace di arrivare dritta al cuore delle persone, e che dà veramente la sensazione di restare sospesi sull’acqua, infatti il tema portante è l’amore descritto attraverso la figura dell’oceano, e questo è dovuto al fatto che, nonostante le mille tempeste, la protagonista è certa che il suo cuore apparterra’ per sempre alla persona amata.

Questa gemma preziosa è stata reinterpretata magistralmente anche da Josh Groban (la cui versione è contenuta nell’album “Closer”) e da Ilaria Porceddu (concorrente della prima edizione di “X Factor”), ma la versione migliore rimane, a parer mio, quella originale di Lisa, quindi voglio che ve la godiate in tutto il suo immenso talento!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Gianni Morandi- “Che me ne faccio del latino”

Buon sabato a tutti!!

Prima di tutto, voglio precisare che questo di oggi è il brano che avevo già in programma giovedì 24 febbraio, ma che, per ovvi motivi, non mi sono sentita di pubblicare, quindi lo posto oggi, sperando di farvi compagnia e di strapparvi un sorriso.

Purtroppo, ho ancora nostalgia di Sanremo (e questo è forse dovuto al fatto che il grande Amadeus ha saputo creare un bel mix tra giovani leve e superstar), ed in gara quest’anno c’è stato un vero e proprio Gigante della musica italiana che, secondo i critici ed anche secondo me, è stato il vincitore morale di questo Festival, perché ha saputo coniugare una vocalità potente ed uno stile assolutamente moderno: sto parlando di Gianni Morandi, ed il pezzo che ho scelto per rendergli omaggio si intitola “Che me ne faccio del latino”, che forse non ha brillato nelle classifiche dell’epoca (infatti anche il 45 giri contenente questo singolo è uno dei più rari nel mondo del collezionismo), ma ho deciso di postarlo perché qui emerge ancora di più il fatto di come Morandi fosse già così moderno e così avanti.

In questa gemma ironica e divertente, che è stata scritta da Luciano Beretta, Marcello Marchesi e Mario Bertolazzi con arrangiamenti di Ennio Morricone, il nostro Gianni nazionale non si capacita proprio del fatto di non riuscire a capire come funziona il latino (una frase emblematica è “Non sono un cretino/Ma sempre in latino prendo tre”), sottolineando anche come nella vita quotidiana questa lingua morta non abbia alcuna valenza (ed io lo capisco benissimo, perché, nonostante al Liceo prendessi buoni voti, questa materia non mi ha mai affascinata più di tanto) al contrario di lingue come l’inglese (con cui Gianni tradurrebbe Sinatra), il francese (con cui Gianni tradurrebbe Halliday) ed il portoghese (con cui Gianni tradurrebbe Joao Gilberto), ed addirittura Morandi considera Cicerone un tipo “tutto chiacchiere e distintivo” (per utilizzare un linguaggio cinematografico).

Questo gioiellino ha anche fatto parte della colonna sonora del musicarello “In ginocchio da te” (1964), che vede tra i suoi interpreti principali lo stesso Morandi con l’allora moglie Laura Efrikian, ed in particolare lo si sente in una delle scene iniziali che vedono Gianni cantare in un fienile.

Io quello che avevo da dire su questa perla l’ho già detto, quindi ascoltate, scatenatevi, e soprattutto divertitevi!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

PS: E voi avete studiato latino a scuola? Vi piaceva oppure prendevate tre come Morandi? Se volete, scrivetelo nei commenti!! 🙂

Peppino Di Capri e Pietra Montecorvino- “Favola Blues”

Buona giornata a tutti!!!

Sanremo è finito da quasi una settimana (a tal proposito, siete soddisfatti dei vincitori, oppure, come me, preferivate qualcun altro/a? magari fatemelo sapere nei commenti), ma io ho ancora voglia di Festival, infatti il brano di cui andrò a parlarvi oggi è stato portato a Sanremo nel 1992 dal “Re del Twist Italiano” Peppino Di Capri in coppia con la graffiante Pietra Montecorvino, ed il suo titolo è “Favola Blues”.

Questo autentico diamante, che è contenuto all’interno dell’album di Peppino Di Capri “….E cerchi il mare” (1992),e che è stato scritto dallo stesso Di Capri in collaborazione con Mimmo di Francia e Fabrizio Berlincioni, racconta dell’amore più assoluto e più puro che possa esistere tra due esseri umani in un modo poetico ed originale attraverso immagini suggestive, come ad esempio il mare, i gabbiani, la nave ed il canto delle sirene, ed attraverso figure retoriche, come ad esempio l’ossimoro presente nel titolo, che indica il contrasto tra la “favola” (che è un qualcosa di gioioso e pieno di incanto) ed il termine “blues” (che letteralmente significa “malinconia”, ma che nel testo fa riferimento all’incertezza del mare, che può diventare impetuoso in caso di brutto tempo).

Adesso, non vi resta che ascoltare questo capolavoro e coglierne tutte le sfumature!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Dolcenera- “Ora o mai più (Le cose cambiano)”

Buonasera a tutti!!

Oggi voglio occuparmi di un’Artista italiana davvero completa (visto che non ha solamente una vocalità unica, ma è anche una pianista sublime), ma che viene ingiustamente un po’ bistrattata e sottovalutata: sto parlando della stratosferica Dolcenera, e per omaggiarla come merita ho scelto quello che è stato, a parer mio, il brano più bello tra quelli in gara a Sanremo 2016, il cui titolo è “Ora o mai più (Le cose cambiano)”, che è stato scritto dalla stessa Dolcenera con Finaz ed è contenuto all’interno dell’album “Le stelle non tremano- Supernovae” (2016).

Questo diamante è una vera e propria opera d’arte musicale che mescola sonorità blues, soul e gospel, in cui la nostra Dolcenera parla con sincerità ed intensità di un rapporto amoroso ormai logorato dalle abitudini, ma poi sottolinea con forza che comunque le cose possono sempre cambiare, perché a volte bastano dei gesti semplici per tornare a sorprendere il proprio partner, mantenendo così il rapporto sempre più vivo.

Penso di avervi detto tutto a riguardo di questo gioiello, quindi non vi resta che ascoltare e guardare il relativo video girato dal regista Gabriele Surdo all’interno del Castello di Sammezzano!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Albano-“La siepe”

Buona domenica a tutti Voi!

Oggi voglio concentrarmi su un artista che mi è sempre piaciuto, perchè è uno dei pochi artisti che nel modo di cantare ha saputo mescolare tecnica e cuore: Albano.

Però non voglio proporVi uno dei suoi successi già sentiti e strasentiti (anche perchè proporre canzoni che tutti conoscono non è lo scopo di questo sito), ma una delle sue canzoni più interessanti e particolari, ossia “La siepe”.

Questo brano, scritto da Vito Pallavicini e Pino Massara, fu presentato a Sanremo nel 1968 da Albano accompagnato da Bobbie Gentry (per chi non lo sapesse, è la cantante di “Ode to Billie Joe”) che, anche se non si è classificato sul podio, a parer mio meritava di salirci, sia per il significato del testo (infatti in questo brano Albano ringrazia sua madre per gli insegnamenti ricevuti ma che ora è pronto a camminare da solo anche grazie a lei) sia per la struttura melodica, ossia un mix tra blues e gospel.

Quindi adesso non mi resta che augurarVi un buon ascolto di questa canzone straordinaria!!!! Baci dalla Vostra “Anna R”!!!!