Tiziano Ferro- “”Solo” è solo una parola”

Buongiorno a tutti!!

Oggi andrò ad occuparmi di una delle voci più uniche e particolari che abbiamo in Italia, nonché di un Artista che adoro moltissimo, visto che è capace di spaziare tra brani più ritmati e quasi R&B come “Xdono” e ballate strappalacrime come “L’amore è una cosa semplice”: come avrete certamente capito, sto parlando di Tiziano Ferro (a tal proposito, avete sentito che bomba è il singolo “La vita splendida”? E anche il suo ultimo album “Il mondo è nostro” è, a parer mio, il migliore della sua carriera, quindi vi invito ad acquistarlo) ed il brano oggetto di questo mio articolo si intitola “”Solo” è solo una parola” (2016), che è stato scritto interamente dallo stesso Tiziano e che è contenuto all’interno dell’album prodotto da Michele Canova “Il mestiere della vita”.

Il tema portante di questo gioiello di matrice urban è quello della solitudine, che è una delle piaghe sociali che più affligge la società odierna, ma quello di Tiziano è un invito alla rinascita (come si può dedurre dal gioco di parole presente nel titolo), soprattutto dopo la fine di una storia d’amore, che può lasciare nell’anima delle cicatrici indelebili e dei vuoti difficili da colmare (molto significativa ed ottimistica è, secondo la mia opinione, la frase iniziale del testo, che dice “Il cuore è andato in guerra, ma la vita non l’ho persa”).

Molto intenso è anche il videoclip, in cui Ferro e l’attrice Violante Placido sono protagonisti di una sfida dei sentimenti in cui si attraggono, si cercano e poi si respingono a vicenda, quindi guardatelo con attenzione, e poi fatemi sapere come voi reagireste di fronte alla fine di una storia d’amore!! Baci dalla vostra Anna R!!!

Speciale “Una canzone per due”- “River Deep Mountain High” (Tina Turner/Celine Dion)

Buona serata a tutti!!

Il nostro itinerario speciale prosegue con un brano davvero incredibile, la cui versione originale è stata incisa nel 1966 da Tina Turner in coppia con l’allora marito Ike: sto parlando di “River Deep Mountain High”, il cui tema portante è la totale devozione che una donna prova nei confronti del proprio uomo, che viene paragonata all’amore provato da una bambina verso la propria bambola, ed anche a quello provato da un cucciolo verso il proprio padrone.

Questa perla preziosa, i cui arrangiamenti sono di Jack Nitzsche, fu scritta da Jeff Barry, Ellie Greenwich e Phil Spector, che, essendo cosciente di come Ike fosse abituato a comandare negli studi di registrazione, decise che il singolo sarebbe stato accreditato sia ad Ike che a Tina, ma che solamente la voce di quest’ultima sarebbe stata utilizzata nel disco.

Anche musicalmente il pezzo è un qualcosa di veramente unico al mondo, e questo anche grazie all’utilizzo della tecnica del “wall of sound”, che mescola una serie di sonorità differenti tra di loro per dare vita ad un vero e proprio spettacolo, come si può notare dalla presenza di un intermezzo con le percussioni e con gli applausi ritmati, oppure dal contrasto tra il suono della chitarra e quello della grande orchestra di archi, che entrano sin da subito in maniera prepotente.

Il brano non ottenne il consenso sperato, infatti, oltre ad essere considerato “troppo nero per le radio bianche, ma troppo bianco per le radio nere”, esso raggiunse a malapena la posizione 88 nella classifica musicale americana “Billboard Hot 100”, però la sua rivincita avvenne in Europa, ed in particolare nel Regno Unito, dove raggiunse la terza posizione dei singoli più venduti, mentre la rivista “Rolling Stone” ha posizionato il brano alla posizione 33 nella classifica delle 500 migliori canzoni della storia.

Per ora, godetevi la versione originale con la voce graffiante di Tina Turner!!

Nel corso degli anni, numerosi artisti ne hanno fatto una cover, tra cui anche le “nostre” Iva Zanicchi (con il titolo “Le montagne”) e Patty Pravo (con il titolo “Ci amiamo troppo”), però nessuna di queste convinse fino in fondo il produttore Phil Spector, che affidò il brano 30 anni più tardi a Celine Dion (che è un’altra Artista che mi fa letteralmente impazzire, infatti vi anticipo già che è in programma durante il prossimo anno un altro speciale tutto dedicato a lei ed alla sua musica, visto che merita davvero tanto).

La versione di Celine è contenuta nel pluripremiato album “Falling into you” (1996), che vanta la presenza di alcuni tra i produttori più importanti a livello mondiale, come ad esempio David Foster, Jim Steinman ed Humberto Gatica, e che mostra tutta la versatilità della Dion nel passare da un genere all’altro con naturalezza e mantenendo sempre la sua personalità e la sua vocalità unica, infatti ciò che mi ha sempre colpito di Celine è la sua capacità di mescolare dolcezza e grinta, come si vede pienamente in questo pezzo, quindi ascoltatelo attentamente!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Stevie Wonder- “Another Star”

Buon sabato a tutti!!!

Oggi voglio parlarvi di un altro Artista internazionale i cui tratti caratteristici sono il suo timbro vocale black ed una musicalità fuori dal comune: sto parlando dell’immenso Stevie Wonder, ed il brano scelto per omaggiarlo come merita (e che mostra tutta la sua genialità) si intitola “Another Star”, il cui album di appartenenza è il famosissimo “Songs in the Key of Life” (1976), che fu l’album più rappresentativo della carriera del nostro Stevie (che nel frattempo era appena tornato negli Stati Uniti dopo aver preso un anno sabbatico per fare volontariato in Ghana) sia dal punto di vista delle vendite che dal punto di vista della critica, visto che, nel 2005, esso fu inserito tra i 500 migliori album di sempre da parte della famosissima rivista “Rolling Stone”, ed anche all’interno del “National Recording Registry” da parte della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.

Rilasciato come singolo nel 1977, esso ha raggiunto posizioni notevoli all’interno di alcune delle più importanti classifiche internazionali, tra cui la posizione 32 della “Billboard Hot 100” e la posizione 18 della classifica “Black Singles”, ed esso fu anche scelto dalla BBC come sigla dei Campionati Mondiali di Calcio in Brasile nel 2014.

Questo diamante, impreziosito ancora di più dalla chitarra di George Benson e dal flauto di Bobbi Humphrey, è un mix esplosivo ed irresistibile tra soul, jazz, funk, bossanova e disco music: insomma, 8 minuti e mezzo di pura Musica con la M maiuscola, quindi ascoltatelo bene, perché ne rimarrete talmente stupefatti da non poterne più fare a meno!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

E già che ci sono, voglio anche postare la versione superlativa della fantastica Dolcenera durante la trasmissione di Canale 5 “Music” (2017), perché mi ha fatto venire la pelle d’oca!!!

Whitney Houston- “All the man that I need”

Buongiorno a tutti!!!

Oggi vi voglio parlare di un’Artista internazionale che, con la sua sensibilità ed il suo timbro vocale caratterizzato da unicità ed espressività, ha saputo entrare a gamba tesa in tutti i nostri cuori toccando corde profondissime della nostra anima: sto parlando dell’immensa Whitney Houston, ed il brano scelto per omaggiarla si intitola “All the man that I need”, che è stato scritto da Michael Gore e Dean Pitchford, ed è il secondo singolo estratto dal suo terzo album intitolato “I’m your baby tonight” (1991).

La prima versione di questo pezzo si intitolava “All the man I need” e fu registrata da Linda Clifford (che nel frattempo era rinata con un altro uomo dopo un precedente matrimonio fallimentare) per il suo album “I’ll keep on loving you” (1982), ma ebbe poco successo, quindi, dopo una serie di versioni fallimentari, il brano fini’ nelle mani del produttore Clive Davis, che a quel punto decise di proporlo a Whitney Houston, diventando così un successo mondiale, infatti riuscì a raggiungere il numero uno della “Billboard Hot 100” negli USA, oltre ad entrare anche nelle classifiche di Paesi come Canada, Austria, Paesi Bassi, UK e Francia.

Questa gemma preziosa, in cui si sente anche il sassofono solista di Kenny G, è un R&B molto elegante con sfumature di jazz e di gospel in cui la nostra Whitney dà prova della sua tecnica vocale superlativa passando da note molto gravi a note molto acute, infatti i critici hanno definito questo brano come uno dei punti culminanti nella sua carriera, visto che, grazie a questo brano, la Houston ha anche ottenuto una candidatura ai Grammy Awards per la migliore interpretazione vocale femminile pop.

Un’altra versione di questa gemma è stata realizzata da Luther Vandross per un suo album intitolato “Songs” (1994).

Adesso, non vi resta che ascoltare questa meraviglia e di godervi il relativo video diretto da Peter Israelson, perché ne vale veramente la pena!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!