Speciale “Gli eterni immortali”- “Non finisce qui” (Little Tony)

Buon venerdì santo a tutti!!

Oggi concluderò il mio itinerario nell’etere artistico occupandomi di colui che da sempre, insieme al suo amico e collega Bobby Solo, è stato definito l’”Elvis Presley italiano”: avete capito a chi mi sto riferendo? No? Va bene, ve lo dico subito: l’Artista in questione (all’anagrafe Antonio Ciacci) si chiama Little Tony, che voglio omaggiare con il brano con cui ha partecipato nel 2008 al suo ultimo Sanremo (in cui sul palco era accompagnato da suo fratello Enrico in qualità di chitarrista e da sua figlia Cristiana in qualità di corista), ossia “Non finisce qui”.

Questa gemma, che è stata scritta da Danilo Amerio è che è stata ispirata da un infarto che aveva colpito Little Tony nel 2006 in Canada, è praticamente un’autobiografia dell’Artista (ed infatti, anche in un’intervista di alcuni anni fa, era stata da lui definita “la sua My Way”), che ripercorre tutte le tappe del suo percorso di vita fatto non solo di musica e tournée in giro per il mondo (“Ho stretto mani e scritto fogli col mio nome”, “Ho visto strade grandi e piccoli paesi”), ma anche di sentimenti (“Ho regalato ad una figlia il mio cognome”, “Ho avuto mille donne e amato solo una”), esortando comunque a non mollare mai anche quando le cose sembrano andare in direzione ostinata e contraria (come si evince dall’emblematico ritornello).

Adesso però ascoltatela bene, perché ha un testo ed una musica veramente da pelle d’oca!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Gli eterni immortali”- “Non escludo il ritorno” (Franco Califano)

Buongiorno a tutti!!

Dopo lo speciale sui due Lucio, voglio partire per un altro itinerario composto da due mete dedicate a due veri e propri Maestri che, a parer mio, sono ingiustamente sottovalutati, e di cui quest’anno si celebrano gli anniversari decennali della loro dipartita: sto parlando di Franco Califano e di Little Tony, che voglio celebrare con due gioielli definibili come i loro testamenti artistici e spirituali, iniziando da un brano del Califfo dal titolo “Non escludo il ritorno”, che è contenuto nell’omonimo album del 2005 (il suo penultimo), e che è stato scritto dal leader dei Tiromancino Federico Zampaglione (che lo ha sempre considerato una fonte di ispirazione).

Questa pietra preziosa, come si può evincere dal titolo (che, non a caso, è stato scelto come epitaffio per la sua lapide nel cimitero di Ardea), ripercorre tutte le tappe del percorso di vita di questo Genio, che ha vissuto la sua vita in modo pieno anche negli eccessi fregandosene di tutti i pregiudizi e di tutte le convenzioni (ed io l’ho sempre ammirato per questo suo coraggio di essere veramente libero fino alla fine dei suoi giorni), ed infatti anche il suo timbro vocale rauco ed intenso sembra consumato dalla vita e dalle sue sofferenze.

Dopo tutte queste premesse, non dico più nulla, visto che a parlare dev’essere solo la sua musica, quindi non vi resta che ascoltare questo capolavoro!! Baci dalla vostra Anna R!!

Speciale “Lucio & Lucio….Una vita di emozioni”- “Le rondini” (Lucio Dalla)

Buongiorno a tutti!!

Terminiamo oggi il nostro itinerario speciale dedicato ai due Lucio con un brano di Lucio Dalla scritto in collaborazione con Mauro Malavasi dal titolo “Le Rondini”, che è contenuto all’interno dell’album “Cambio” (1990), in cui emerge sin da subito la voglia di Dalla di rinnovarsi senza rimanere ancorato al passato.

In questo gioiello meraviglioso, il cui testo è anche stato letto dal compagno di vita di Lucio (Marco Alemanno) in occasione del suo funerale tenutosi a Bologna il 4 marzo 2012, il tema portante è quello della rondine come simbolo di una leggerezza non superficiale, visto che con stupore e curiosità (che è anche la caratteristica che spinge noi esseri umani a non restare ancorati alle nostre convinzioni, ma ad andare oltre, come appunto fa la rondine) si affaccia al mondo degli uomini indagando sul senso della vita attraverso la volontà di tornare alla semplicità ed all’autenticita’ (“Vorrei seguire ogni battito del mio cuore/Per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove”) ed interrogandosi anche su come la felicità ed il dolore possano avere legami con l’amore (“Da dove viene ogni tanto questo strano dolore/Vorrei capire insomma che cos’è l’amore”).

Anche l’atmosfera musicale è quasi onirica, visto che si parte con il fischiettio leggero di Dalla accompagnato da una chitarra, per poi proseguire con un suono di violini e sax fino ad arrivare ad un coro che evoca il mondo dei sogni.

Adesso però, prima di farvi ascoltare questo capolavoro, voglio fare una piccola digressione: dovete sapere che il tema dei volatili non è la prima volta che compare in una canzone, visto che anche il grande Franco Battiato li aveva già elogiati nel brano “Gli uccelli” (di cui avevo già pubblicato un articolo a settembre 2021, a cui potete benissimo dare un’occhiata se vi va), e questo perché essi sono effettivamente esseri viventi meravigliosi capaci di mostrare una leggerezza profonda.

Dopo tutti questi preamboli, voglio che vi godiate tutta la poesia dell’immenso Lucio Dalla in questo gioiello!! Baci dalla vostra Anna R!!!

Speciale “Lucio & Lucio…Una vita di emozioni”- “Vento nel vento” (Lucio Battisti)

Buonasera a tutti!!

Come sapete, in questi giorni è stato l’anniversario della nascita di due Cantautori giganteschi capaci di coniugare delle melodie ricercate e sopraffine con dei testi popolari rimasti ormai nella memoria collettiva e che spesso sono anche diventati dei modi di dire (avete presente “ancora tu, ma non dovevamo vederci più?” oppure “attenti al lupo”?): sicuramente avete capito che sto parlando di Lucio Battisti e di Lucio Dalla, a cui è dedicato questo nuovo itinerario speciale.

Iniziamo con un brano di Lucio Battisti molto raffinato e struggente dal titolo “Vento nel vento”, che è contenuto nello storico album del 1972 “Il mio canto libero” (in cui sono anche contenute delle vere e proprie pietre miliari della sua produzione, basti pensare a “Il mio canto libero”, “La luce dell’est” e “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi”), ed il cui testo trasmette un messaggio meraviglioso, ossia che dalle sofferenze spesso si può rinascere più di prima anche grazie alla presenza di veri e propri angeli disposti ad ascoltarci ed a supportarci in modo da lenire tutte queste cicatrici (emblematica è la frase della prima strofa “mi son svegliato solo/poi ho incontrato te/l’esistenza un volo divento’ per me”).

Degno di nota è anche il magistrale arrangiamento di Gianpiero Reverberi, che parte con la delicatezza del pianoforte per sottolineare l’iniziale incertezza del protagonista (che si chiede dubbioso “io e te, io e te/perché io e te?”), ma poi nella seconda strofa si aggiunge l’organo fino ad arrivare alla presenza di tutti gli strumenti nel ritornello in modo da rappresentare la completa rinascita.

Questo diamante mi ha fatto ulteriormente riflettere sull’importanza dei rapporti umani, quindi voglio lasciarvi con un importante messaggio: se vedete qualcuno stare male, non giratevi dall’altra parte con indifferenza, ma cercate di comprenderlo e supportarlo, perché anche un piccolo aiuto può essere un’ancora di salvezza, e in un mondo crudele dove tutti sono disposti a calpestarsi a vicenda per avere successo, voi praticate l’arte della gentilezza!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Tiziano Ferro- “”Solo” è solo una parola”

Buongiorno a tutti!!

Oggi andrò ad occuparmi di una delle voci più uniche e particolari che abbiamo in Italia, nonché di un Artista che adoro moltissimo, visto che è capace di spaziare tra brani più ritmati e quasi R&B come “Xdono” e ballate strappalacrime come “L’amore è una cosa semplice”: come avrete certamente capito, sto parlando di Tiziano Ferro (a tal proposito, avete sentito che bomba è il singolo “La vita splendida”? E anche il suo ultimo album “Il mondo è nostro” è, a parer mio, il migliore della sua carriera, quindi vi invito ad acquistarlo) ed il brano oggetto di questo mio articolo si intitola “”Solo” è solo una parola” (2016), che è stato scritto interamente dallo stesso Tiziano e che è contenuto all’interno dell’album prodotto da Michele Canova “Il mestiere della vita”.

Il tema portante di questo gioiello di matrice urban è quello della solitudine, che è una delle piaghe sociali che più affligge la società odierna, ma quello di Tiziano è un invito alla rinascita (come si può dedurre dal gioco di parole presente nel titolo), soprattutto dopo la fine di una storia d’amore, che può lasciare nell’anima delle cicatrici indelebili e dei vuoti difficili da colmare (molto significativa ed ottimistica è, secondo la mia opinione, la frase iniziale del testo, che dice “Il cuore è andato in guerra, ma la vita non l’ho persa”).

Molto intenso è anche il videoclip, in cui Ferro e l’attrice Violante Placido sono protagonisti di una sfida dei sentimenti in cui si attraggono, si cercano e poi si respingono a vicenda, quindi guardatelo con attenzione, e poi fatemi sapere come voi reagireste di fronte alla fine di una storia d’amore!! Baci dalla vostra Anna R!!!

Erminio Sinni- “L’amore vero”

Buongiorno a tutti!!

Oggi sono davvero felice, perché voglio parlarvi un po’ di un Artista con un’intensità vocale fuori dal comune e con una storia di vita davvero esemplare, visto che si tratta di un Uomo che si è fatto da solo nel vero senso della parola, data la lunga gavetta iniziata all’età di 18 anni nei pianobar di Roma (e che tra le altre cose ha anche fatto da corista all’immensa Mia Martini): avete visto “The Voice Senior”? Vi è piaciuto? Non so se avete capito, ma l’Artista in questione ha vinto la prima edizione di questo meraviglioso programma (ed era anche nel team del mio idolo Loredana Bertè!) ed il suo nome è Erminio Sinni.

Il brano che ho scelto per omaggiarlo come merita è stato scritto dallo stesso Sinni in coppia con un altro Gigante della musica italiana quale Riccardo Cocciante, e si intitola “L’amore vero”, che è contenuto all’interno dell’album del 1993 “Ossigeno” e che è stato presentato a Sanremo nello stesso anno, dove nella sezione “Giovani” si piazzo’ solo quinto (a parer mio ingiustamente, visto che avrebbe meritato certamente la vittoria), ma in compenso ottenne il Premio “Volare” per la miglior musica ed anche il premio per il miglior testo.

Questo diamante prezioso, che ha avuto un enorme successo in Sudamerica (complice anche il fatto che è stato utilizzato come colonna sonora della telenovela “Por amor a vos”), mi ha fatto commuovere dalla prima volta che l’ho ascoltato, perché descrive la fortuna di poter vivere quell’amore unico e speciale che, anche dopo anni, è capace di farci battere il cuore, ma che allo stesso tempo dev’essere alimentato al fine di farlo durare per sempre (emblematica e toccante è la frase “L’amore vero quando lo trovi tienitelo stretto/Non fargli mancare niente, coltiva una rosa per ogni difetto/E fallo crescere in buona terra e che l’acqua sia in abbondanza”).

Adesso però ascoltate bene il testo di questo gioiello cantato da questa voce da brividi!! Baci dalla vostra “Anna R”!!

Speciale “Mimi’ per sempre…1992”- “Dio c’è”/”Uomini farfalla”/”Il fiume dei profumi”

Buongiorno a tutti!!

Oggi concludiamo il nostro itinerario dedicato all’immensa Mia Martini parlando di un album molto importante nella sua carriera intitolato “Lacrime”, che è uscito nel 1992 e che contiene la celeberrima “Gli uomini non cambiano”, ma ovviamente, visto che il mio blog si occupa di tesori musicali nascosti, non mi occuperò di questo brano straordinario e famosissimo, perché voglio concentrarmi su tre brani semisconosciuti di questo album, ma che trattano tematiche profonde ed anche molto attuali, e che quindi meritano spazio: sto parlando di “Dio c’è”, “Uomini farfalla” e “Il fiume dei profumi”.

“Dio c’è” è un brano scritto da Mimmo Cavallo che si dimostra sin da subito coraggioso, perché qui la nostra Mimi’ tira in ballo Dio per denunciare con tutta la sua rabbia la superficialità che sta invadendo il mondo, che ormai non si fonda più sui sentimenti autentici (“Non ci sono più valori nella vita”), ma che è fatto solamente di ricerca del denaro (“E’ il desiderio del denaro che ci guida/Come un gas ci spinge su”) e di apparenza basata sul conformismo di massa (“Come indiani da riserva/Condannati in questa merda”), ed in effetti ci aveva visto lungo, infatti sono dell’idea che anche adesso stiamo vivendo in una società in cui tutti siamo omologati e che in fondo non ha mai accettato l’unicità dell’essere umano, quindi ascoltatelo tutta dall’inizio alla fine!!

Ora passiamo ad un altro gioiello di grande impatto emotivo scritto da Maurizio Piccoli e che doveva inizialmente essere presentato a Sanremo 1992, il cui titolo è “Uomini Farfalla”, che tratta un’altra tematica molto attuale (e questo dimostra anche il fatto di come la grande Mia Martini fosse già una persona con una mentalità molto più avanti rispetto a molti dei nostri politici italiani), ossia l’omosessualità, visto che la protagonista si concede a tutte le richieste dell’uomo di cui è follemente innamorata, tra cui anche l’incontro intimo con un terzo uomo, di cui la protagonista rimane fortemente affascinata, salvo poi rendersi conto che i due uomini non le davano attenzione perché attratti reciprocamente l’uno dall’altro (“Era dolce accarezzarsi/Fare un grande arcobaleno/Tenerezze quasi dure/Per un lampo di sereno”), condannando la protagonista alla solitudine (“Stasera qui mi trovo qualche amico in meno/E qualche buco in più nel cielo”), che qui viene accentuata e ben espressa da quest’interpretazione sublime!!

Ora terminiamo definitivamente il nostro itinerario con una gemma dolce e delicata scritta da Biagio Antonacci dal titolo “Il fiume dei profumi”, in cui la protagonista mantiene un rapporto epistolare con un uomo che in quel momento stava al fronte per combattere la guerra (e qui si presume che si parli della guerra del Vietnam, visto che il fiume dei profumi è quello che attraversa la città vietnamita di Hue), ma che allo stesso tempo ha deciso di sfruttare questa drammatica situazione per cercare di capire l’importanza del rapporto che ha con la sua donna sperando di tornare a riportarla a ballare come ai primi tempi della relazione, anche se poi viene assalito dal alcuni dubbi (emblematica è la frase “Ma ti ricorderai ancora di me?”): come vedete, anche qui siamo in presenza di un’interpretazione sublime, quindi ascoltate con attenzione!!

Bene, visto che l’itinerario speciale è terminato (e spero anche che lo abbiate apprezzato), ho ancora alcune domande per voi: quale dei tre brani postati oggi avete preferito? Avete mai vissuto una situazione simile a quella descritta nel brano “Uomini farfalla”? E in generale quale brano di Mimi’ vi è piaciuto di più tra tutti quelli che ho postato fino ad oggi?

Fatemelo sapere nei commenti, ed intanto, baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Mimi’ per sempre”- “Che vuoi che sia…se t’ho aspettato tanto”

Buona serata a tutti!!

Il nostro itinerario alla scoperta della grande Mia Martini prosegue a gonfie vele con un brano scritto da Dario Baldan Bembo e da Paolo Amerigo Cassella intitolato “Che vuoi che sia…se t’ho aspettato tanto”, che è tratto dall’omonimo album del 1976, in cui la nostra Mia continua il suo viaggio all’interno della canzone d’autore, visto alcuni brani portano la firma di cantautori sopraffini quali Mango ed Amedeo Minghi, mentre gli arrangiamenti sono di Luis Bacalov.

Questa chicca pregiatissima, che venne presentata da Mimi’ anche al Festivalbar del 1976 ed alla Mostra Internazionale di Musica Leggera, tratta di un amore finito in cui inizialmente la donna si lascia prendere dal rimpianto e dalla nostalgia (“Che vuoi che sia/Se ho ancora un po’ di nostalgia”), ma poi prova a riacquistare con forza la dignità che aveva perduto per stare dietro a questa relazione (molto emblematica e significativa in tal senso è la frase “Se non è onesto sprecare il dolore/L’importante è non perdere il cuore”).

Anche la composizione musicale non è assolutamente banale, visto che, allo stile classico della melodia, vengono aggiunti strumenti del tutto nuovi, come ad esempio una chitarra distorta ed il greco Bouzouki (che è una specie di liuto), e ciò sottolinea ancora di più la cifra stilistica della Martini, che, grazie alla sua potenza vocale ad al suo pathos interpretativo, riesce sempre ad arrivare dritta al cuore di chi la ascolta.

Detto questo, spero che questa gemma arrivi dritta al cuore anche a voi, quindi buon ascolto!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Mimi’ per sempre”- “L’amore è il mio orizzonte”

Buongiorno a tutti!!

Continuiamo il nostro itinerario speciale con una vera e propria rarità in cui vengono mostrati a pieno tutti i colori della vocalità di Mia Martini, che qui riesce con agilità a passare da tonalità basse e scure a tonalità molto acute e brillanti dando sempre un forte significato ad ogni parola che canta: sto parlando del brano “L’amore è il mio orizzonte”, che è stato scritto da Nanni Carucci e da Claudio Daiano, e che è uscito nel marzo 1976 senza essere inserito in alcun album anche per via di una controversia legale con la casa discografica Ricordi (che Mimi’ aveva lasciato per entrare in RCA), ed infatti, a causa della scarsa promozione, non ottenne il successo che avrebbe certamente meritato, anche se anni dopo (precisamente nel 1995) venne inserito all’interno della raccolta postuma “Una donna, una storia”.

Come vi ho in qualche modo anticipato, qui siamo di fronte ad una delle composizioni musicali più sublimi di sempre, ed anche il testo è una vera e propria poesia, infatti contiene delle figure retoriche non banali: in particolare, io ho trovato davvero toccanti due frasi, ossia “Aprimi come un foglio/Leggi tra le pagine dei miei occhi” e “Fammi bella senza nubi/Come un cielo di gabbiani”.

Ora però non vorrei dilungarmi troppo, perché voglio che a parlare sia solamente la splendida e commovente voce di Mia!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Mimi’ per sempre”- “Agapimu”

Buongiorno a tutti!!

Siete pronti a ripartire con me? Bene, tenetevi forte, perché oggi vi proporrò una Mia Martini più leggera e divertente senza tralasciare il tema ormai portante del suo repertorio, ossia l’amore, infatti il titolo del brano significa letteralmente “Amore mio”: sto parlando di “Agapimu”, che è contenuto nell’album “È proprio come vivere” (1974), in cui, alla ormai consolidata collaborazione con Dario Baldan Bembo, si affiancano autori completamente nuovi, tra cui Maurizio Vandelli ed Alberto Salerno.

Questa gemma preziosissima, che è stata scritta dalla stessa Mia in coppia con Giorgio Conte su musiche di Dario Baldan Bembo, ha uno stile molto originale rispetto alla produzione musicale dell’epoca, sia per via della curiosa scelta dal punto di vista linguistico (dato che il brano è stato scritto interamente scritto in greco moderno) che per via dell’arrangiamento musicale, visto che mescola canzone d’autore e ballata popolare, infatti l’atmosfera è proprio quella di una tipica festa paesana a carattere folkloristico.

In Italia, questo pezzo passò inizialmente inosservato, ma ottenne comunque un grandissimo successo a livello internazionale grazie alla cantante spagnola Ana Belen, quindi Mimi’, dopo anni di silenzio, decise di inciderlo in una nuova veste e di includerlo nell’album “Martini Mia…” (1989).

Per adesso quello che avevo da dirvi ve l’ho detto, quindi non vi resta che godere di questa meravigliosa perla!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!