Buonasera a tutti!!!
Quest’anno il Natale voglio festeggiarlo insieme a voi occupandomi del principale esponente della Scuola Genovese, la cui cifra stilistica è stata caratterizzata da testi di denuncia verso tutte le ingiustizie sociali (non a caso, l’Artista di cui vi sto parlando è stato anche definito “il cantore degli ultimi e dei dimenticati”), infatti definirlo un Cantautore è un po’ riduttivo, visto che si tratta di un vero e proprio Poeta: sto parlando dell’immenso Fabrizio De André, e come regalo di Natale per omaggiarlo ho scelto la delicata e toccante “Preghiera in gennaio”, che è contenuta all’interno del suo primo album di inediti “Vol.1″ (1967).
De André (che si ispirò ad una poesia dei primi del ‘900 di Francis Jammes intitolata “Priere pour aller au paradis avec les anes”) scrisse il testo di questo gioiello (le cui musiche sono a cura di Gian Piero Reverberi) al ritorno dal funerale del suo amico Luigi Tenco (che fu un altro importante esponente della scuola genovese, e che Faber conobbe durante la sua esperienza come chitarrista nel Modern Jazz Group, in cui Luigi suonava il sassofono), che fu trovato morto a Sanremo nella notte tra il 26 ed il 27 gennaio (da lì, il titolo del brano), trattando anche un tema delicato come quello del suicidio, che viene fermamente condannato dalla Chiesa cattolica, infatti il nostro Faber si rivolge a Dio supplicandolo affinché riservi un trattamento speciale a chi decide di togliersi la vita per fuggire da un mondo insensibile ed inadatto alle anime pure (come, appunto, lo era Luigi Tenco), e che ancora oggi è caratterizzato da ipocrisia, ingiustizie e disuguaglianze (in particolare, una frase molto significativa del testo dice “Signori benpensanti/Spero non vi dispiaccia/Se in cielo, in mezzo ai Santi/Dio, fra le sue braccia/Soffochera’ il singhiozzo/Di quelle labbra smorte/Che all’odio e all’ignoranza/Preferirono la morte”).
Inoltre, il nostro Faber sottolinea anche il fatto che in Paradiso vanno sempre le persone perbeniste che non hanno vissuto la vita fino in fondo indossando sempre una maschera, ossia, come dice il testo, “chi non ha sorriso ed ha vissuto con la coscienza pura”, e poi conclude dicendo che, da quella notte in poi, anche Dio avrebbe avuto l’opportunità di ascoltare la purezza e la sincerità delle canzoni del grandissimo Luigi Tenco (“Ascolta la sua voce/Che ormai canta nel vento/Dio di misericordia/Vedrai, sarai contento”).
Adesso, però, sono io a darvi la grande opportunità di ascoltare questa perla così sublime e così intensa!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!