Speciale “Gli eterni immortali”- “Non escludo il ritorno” (Franco Califano)

Buongiorno a tutti!!

Dopo lo speciale sui due Lucio, voglio partire per un altro itinerario composto da due mete dedicate a due veri e propri Maestri che, a parer mio, sono ingiustamente sottovalutati, e di cui quest’anno si celebrano gli anniversari decennali della loro dipartita: sto parlando di Franco Califano e di Little Tony, che voglio celebrare con due gioielli definibili come i loro testamenti artistici e spirituali, iniziando da un brano del Califfo dal titolo “Non escludo il ritorno”, che è contenuto nell’omonimo album del 2005 (il suo penultimo), e che è stato scritto dal leader dei Tiromancino Federico Zampaglione (che lo ha sempre considerato una fonte di ispirazione).

Questa pietra preziosa, come si può evincere dal titolo (che, non a caso, è stato scelto come epitaffio per la sua lapide nel cimitero di Ardea), ripercorre tutte le tappe del percorso di vita di questo Genio, che ha vissuto la sua vita in modo pieno anche negli eccessi fregandosene di tutti i pregiudizi e di tutte le convenzioni (ed io l’ho sempre ammirato per questo suo coraggio di essere veramente libero fino alla fine dei suoi giorni), ed infatti anche il suo timbro vocale rauco ed intenso sembra consumato dalla vita e dalle sue sofferenze.

Dopo tutte queste premesse, non dico più nulla, visto che a parlare dev’essere solo la sua musica, quindi non vi resta che ascoltare questo capolavoro!! Baci dalla vostra Anna R!!

Speciale “Lucio & Lucio….Una vita di emozioni”- “Le rondini” (Lucio Dalla)

Buongiorno a tutti!!

Terminiamo oggi il nostro itinerario speciale dedicato ai due Lucio con un brano di Lucio Dalla scritto in collaborazione con Mauro Malavasi dal titolo “Le Rondini”, che è contenuto all’interno dell’album “Cambio” (1990), in cui emerge sin da subito la voglia di Dalla di rinnovarsi senza rimanere ancorato al passato.

In questo gioiello meraviglioso, il cui testo è anche stato letto dal compagno di vita di Lucio (Marco Alemanno) in occasione del suo funerale tenutosi a Bologna il 4 marzo 2012, il tema portante è quello della rondine come simbolo di una leggerezza non superficiale, visto che con stupore e curiosità (che è anche la caratteristica che spinge noi esseri umani a non restare ancorati alle nostre convinzioni, ma ad andare oltre, come appunto fa la rondine) si affaccia al mondo degli uomini indagando sul senso della vita attraverso la volontà di tornare alla semplicità ed all’autenticita’ (“Vorrei seguire ogni battito del mio cuore/Per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove”) ed interrogandosi anche su come la felicità ed il dolore possano avere legami con l’amore (“Da dove viene ogni tanto questo strano dolore/Vorrei capire insomma che cos’è l’amore”).

Anche l’atmosfera musicale è quasi onirica, visto che si parte con il fischiettio leggero di Dalla accompagnato da una chitarra, per poi proseguire con un suono di violini e sax fino ad arrivare ad un coro che evoca il mondo dei sogni.

Adesso però, prima di farvi ascoltare questo capolavoro, voglio fare una piccola digressione: dovete sapere che il tema dei volatili non è la prima volta che compare in una canzone, visto che anche il grande Franco Battiato li aveva già elogiati nel brano “Gli uccelli” (di cui avevo già pubblicato un articolo a settembre 2021, a cui potete benissimo dare un’occhiata se vi va), e questo perché essi sono effettivamente esseri viventi meravigliosi capaci di mostrare una leggerezza profonda.

Dopo tutti questi preamboli, voglio che vi godiate tutta la poesia dell’immenso Lucio Dalla in questo gioiello!! Baci dalla vostra Anna R!!!

Speciale “Lucio & Lucio…Una vita di emozioni”- “Vento nel vento” (Lucio Battisti)

Buonasera a tutti!!

Come sapete, in questi giorni è stato l’anniversario della nascita di due Cantautori giganteschi capaci di coniugare delle melodie ricercate e sopraffine con dei testi popolari rimasti ormai nella memoria collettiva e che spesso sono anche diventati dei modi di dire (avete presente “ancora tu, ma non dovevamo vederci più?” oppure “attenti al lupo”?): sicuramente avete capito che sto parlando di Lucio Battisti e di Lucio Dalla, a cui è dedicato questo nuovo itinerario speciale.

Iniziamo con un brano di Lucio Battisti molto raffinato e struggente dal titolo “Vento nel vento”, che è contenuto nello storico album del 1972 “Il mio canto libero” (in cui sono anche contenute delle vere e proprie pietre miliari della sua produzione, basti pensare a “Il mio canto libero”, “La luce dell’est” e “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi”), ed il cui testo trasmette un messaggio meraviglioso, ossia che dalle sofferenze spesso si può rinascere più di prima anche grazie alla presenza di veri e propri angeli disposti ad ascoltarci ed a supportarci in modo da lenire tutte queste cicatrici (emblematica è la frase della prima strofa “mi son svegliato solo/poi ho incontrato te/l’esistenza un volo divento’ per me”).

Degno di nota è anche il magistrale arrangiamento di Gianpiero Reverberi, che parte con la delicatezza del pianoforte per sottolineare l’iniziale incertezza del protagonista (che si chiede dubbioso “io e te, io e te/perché io e te?”), ma poi nella seconda strofa si aggiunge l’organo fino ad arrivare alla presenza di tutti gli strumenti nel ritornello in modo da rappresentare la completa rinascita.

Questo diamante mi ha fatto ulteriormente riflettere sull’importanza dei rapporti umani, quindi voglio lasciarvi con un importante messaggio: se vedete qualcuno stare male, non giratevi dall’altra parte con indifferenza, ma cercate di comprenderlo e supportarlo, perché anche un piccolo aiuto può essere un’ancora di salvezza, e in un mondo crudele dove tutti sono disposti a calpestarsi a vicenda per avere successo, voi praticate l’arte della gentilezza!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Giorgio Gaber- “Io non mi sento italiano”

Buonasera a tutti!

Scusate, ma sono letteralmente INCAZZATA e sto meditando seriamente di lasciare questo paese (scritto volutamente in minuscolo), che ormai non mi rappresenta più in nessun modo.

Da dove nasce il mio sfogo? Da molte cose, ma la goccia che ha fatto letteralmente traboccare il vaso è stato l’annuncio del taglio al bonus “18app” ed ai fondi per il settore della cultura e dello spettacolo da parte di quei quattro dementi che abbiamo al potere.

Ebbene sì, io credo molto nel diritto all’istruzione ed alla cultura, visto che, a mio parere, sono gli unici mezzi che ci possono rendere veramente liberi, ed avendo amici musicisti, sono anche molto arrabbiata all’idea di vederli un giorno morire di fame, visto che hanno sempre vissuto d’arte.

Inoltre, sono sempre più convinta che, in questo maledetto paese in cui viene premiato chi bullizza gli altri e vengono proposti modelli di donne senza cervello e solo capaci di mostrare i loro fisici irraggiungibili e di ammiccare agli uomini, non ci sia spazio per donne come me che hanno passato tutta la vita a studiare ed ottenere certificazioni linguistiche e magari anche diplomi internazionali (come nel mio caso, visto che ho ottenuto un diploma di maturità italo-francese con quasi il massimo dei voti), ma che purtroppo non hanno il cosiddetto “physique du role” e non sono capaci a far cadere tutti gli uomini ai loro piedi (tra l’altro, io ho addirittura una preferenza per le donne), quindi penso che andarmene forse sia la scelta migliore!

A seguito di questo mio discorso, volevo appunto postare un brano di Gaber molto significativo ed in linea con il mio sfogo, il cui titolo è “Io non mi sento italiano”, che vi invito ad ascoltare, ringraziandovi in anticipo per il supporto che mi date sempre su questo mio blog, visto che per me voi siete gli unici diamanti in mezzo al letame!

Tiziano Ferro- “”Solo” è solo una parola”

Buongiorno a tutti!!

Oggi andrò ad occuparmi di una delle voci più uniche e particolari che abbiamo in Italia, nonché di un Artista che adoro moltissimo, visto che è capace di spaziare tra brani più ritmati e quasi R&B come “Xdono” e ballate strappalacrime come “L’amore è una cosa semplice”: come avrete certamente capito, sto parlando di Tiziano Ferro (a tal proposito, avete sentito che bomba è il singolo “La vita splendida”? E anche il suo ultimo album “Il mondo è nostro” è, a parer mio, il migliore della sua carriera, quindi vi invito ad acquistarlo) ed il brano oggetto di questo mio articolo si intitola “”Solo” è solo una parola” (2016), che è stato scritto interamente dallo stesso Tiziano e che è contenuto all’interno dell’album prodotto da Michele Canova “Il mestiere della vita”.

Il tema portante di questo gioiello di matrice urban è quello della solitudine, che è una delle piaghe sociali che più affligge la società odierna, ma quello di Tiziano è un invito alla rinascita (come si può dedurre dal gioco di parole presente nel titolo), soprattutto dopo la fine di una storia d’amore, che può lasciare nell’anima delle cicatrici indelebili e dei vuoti difficili da colmare (molto significativa ed ottimistica è, secondo la mia opinione, la frase iniziale del testo, che dice “Il cuore è andato in guerra, ma la vita non l’ho persa”).

Molto intenso è anche il videoclip, in cui Ferro e l’attrice Violante Placido sono protagonisti di una sfida dei sentimenti in cui si attraggono, si cercano e poi si respingono a vicenda, quindi guardatelo con attenzione, e poi fatemi sapere come voi reagireste di fronte alla fine di una storia d’amore!! Baci dalla vostra Anna R!!!