Ligabue e Mimmo Locasciulli- “Confusi in un playback”

Buon sabato a tutti!!

L’articolo di oggi è dedicato alla mia follower Margherita “Buonpalato”, che ha commentato con interesse alcuni miei articoli ed è una grandissima ammiratrice di colui che, insieme a Vasco, è l’esponente maschile più rappresentativo del rock italiano, ossia Ligabue, che ho deciso di omaggiare (visto che comunque piace molto anche a me), sperando di fare una cosa gradita.

Il brano in questione si intitola “Confusi in un playback”, che viene da me proposto nella versione di Liga in coppia con il cantautore abruzzese Mimmo Locasciulli, la cui vocalità profonda gli permette di affrontare in modo molto raffinato i mondi musicali più svariati creando delle eccellenti contaminazioni, come in questo caso, visto che rock e melodia si fondono alla perfezione.

Sapete perché sto parlando di “versione”? Perché, in realtà, questo diamante prezioso era stato originariamente interpretato in coppia con Enrico Ruggeri nella seconda metà degli anni ’80, ma nel 2016, Locasciulli, per celebrare i 40 anni della sua attività musicale, ha pubblicato il doppio album “Piccoli Cambiamenti”, che è un sorta di raccolta dei suoi più grandi successi riproposti in duetto con altri Artisti a lui molto legati, tra cui appunto il rocker di Correggio, che è da sempre molto grato al cantautore abruzzese, visto che è stato il primo a credere in lui dopo anni di porte sbattute in faccia.

Il testo di questo gioiello vuole invitare tutti noi a ricercare l’autenticità delle emozioni vere ed autentiche, e non preconfezionate con lo stampino come quelle proposte dai media, infatti qui il playback viene associato al gioco della vita, in cui i grandi si prendono la scena (“E i più grandi si prendono il campo/Tutto per sé”), impedendo così l’arrivo del futuro, e spesso sono le persone più fragili a risentirne (“E ognuno lascia un segno nelle persone più sensibili”).

A proposito, ho una domanda da farvi: voi tendete a manifestare le emozioni in modo esplicito oppure avete una tendenza all’autocontrollo?

Fatemelo sapere nei commenti, ed intanto godetevi questo magnifico video!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Caccia al tesoro- Edizione 2021”- “Heat Above” (Greta Van Fleet)

Buonasera a tutti!!

Sicuramente vi starete chiedendo cosa significa il titolo di questo mio nuovo articolo: siete curiosi, vero? Bene, ve lo spiego subito: praticamente, si tratta di un nuovo itinerario speciale costituito da due puntate dedicate a due brani dell’anno scorso che non c’entrano nulla l’uno con l’altro (infatti questa che vi propongo oggi è una ballatona rock internazionale, mentre quella che vi proporrò nella prossima puntata è una canzone italiana più ritmica e vivace), ma che hanno in comune il fatto che sono stati ingiustamente sottovalutati dalle radio nonostante fossero, a parer mio, dei capolavori musicalmente ben costruiti. Come vedete nella seconda parte del titolo, il primo brano di questo mio itinerario è dei Greta Van Fleet e si intitola “Heat Above”, il cui album di appartenenza è “The Battle at Garden’s Gate” (2021), che è stato prodotto da Greg Kurstin (già collaboratore di Artisti del calibro di Paul McCartney, Foo Fighters ed Adele).

Il testo di questo gioiellino preziosissimo affronta la tematica relativa alla profondità dei sentimenti umani, narrando una storia che mette al centro la speranza di trovare ancora un po’ di pace e di amore in un mondo caratterizzato dai conflitti, dalle guerre e dalla tragicità degli eventi, come sta appunto accadendo dal 2020 ad oggi tra COVID-19 e guerra in Ucraina, infatti anche Sam Kiszka (bassista e tastierista della band) ne spiega il significato dicendo che “c’è ancora molto amore nel mondo sebbene non sembri così, ed il brano racconta proprio del cammino verso le stelle”. Questa situazione viene ben descritta musicalmente attraverso l’utilizzo dell’organo elettrico Hammond B3, che sembra quasi un omaggio ai Deep Purple, e che conferisce al brano delle sonorità talmente maestose ed eteree da farlo sembrare come la colonna sonora di un film.

Davvero notevole è anche il timbro vocale di John Kiszka (cantante della band), la cui potenza ricorda Robert Plant (cantante dei Led Zeppelin), quindi ascoltate bene, perché questo pezzo è incredibile!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Una canzone per due”- “Alone” (Heart/Celine Dion)

Buongiorno a tutti!!

Oggi, la tappa del nostro itinerario speciale (che è quasi giunto al termine) arriva negli Stati Uniti con una ballata rock dal sapore triste e malinconico cantata originariamente dagli Heart: il brano in questione si intitola “Alone”, che è stato scritto da Billy Steinberg e da Tom Kelly, ed è contenuto all’interno dell’album “Bad Animals” (1987).

Come già vi ho anticipato si tratta di un brano veramente sofferto (forse il più sofferto tra quelli che ho pubblicato finora), perché esso narra dell’attesa estenuante di una donna che non ce la fa a restare da sola senza la persona amata e che le fa battere il cuore (emblematica in tal senso è la prima strofa, in cui viene sottolineato il fatto che la notte trascorre molto lentamente, talmente è forte l’ansia di questa donna), infatti tale situazione viene accentuata anche dall’arrangiamento musicale, che parte con una linea di pianoforte e la voce sommessa di Ann Wilson (cantante della band), per poi esplodere nel ritornello.

Tale versione del nostro gioiello ebbe un ottimo successo in Canada e negli Stati Uniti, mentre in Europa, oltre a raggiungere nel Regno Unito la terza posizione della “Official Singles Chart Top 100” (diventando così l’unica canzone degli Heart a raggiungere la top 5 britannica), raggiunse la top 5 anche in Irlanda, Norvegia e Svizzera.

Molto suggestivo è anche il videoclip diretto da Marta Callner, che inizia con Ann in cima ad un balcone e con Nancy Wilson (chitarrista degli Heart e sorella di Ann) che suona il pianoforte in fondo al palco, mentre in un’altra scena, Nancy si esibisce al piano che crolla al prima attacco del ritornello, e molto toccante è a mio parere la scena finale, in cui viene mostrata l’intera band che si esibisce in mezzo al pubblico, per poi terminare con le due sorelle Wilson che si guardano negli occhi, quindi guardatelo e siate liberi di commuovervi!!

Vent’anni dopo, Celine Dion (scusate se la cito sempre, ma sono una sua grandissima fan) incise una cover di questa perla preziosa per il suo decimo album in inglese “Taking Chances” (2007), ed a differenza dell’originale, tale versione, che fu prodotta da Ben Moody (già membro degli Evanescence), è molto più soft (anche se è ugualmente intensa), infatti le chitarre elettriche lasciano il posto ad una dolce melodia a base di pianoforte ed archi.

Il singolo non ottenne il successo commerciale sperato (purtroppo), infatti in Canada salì alla numero 57 della classifica generale dei singoli stilata da Billboard, mentre in Europa, esso debuttò a novembre 2007 alla posizione 85 della classifica britannica dei singoli più venduti, e ci rimase solamente due settimane.

Adesso, però, ascoltatevi questa meraviglia, perché anche qui, secondo me, le lacrime sono assicurate!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

Speciale “Una canzone per due”- “Bringin’ on the heartbreak” (Def Leppard/Mariah Carey)

Buon Santo Stefano a tutti!!!

Oggi inauguro un nuovo speciale in più parti intitolato “Una canzone per due”, visto che andrò ad occuparmi di brani straordinari (anche se poco conosciuti) nelle loro versioni originali, ma che sono stati reinterpretati in maniera altrettanto magistrale da altri artisti più celebri. Per iniziare questo mio nuovo itinerario, ho scelto “Bringin’ on the heartbreak”, che è stato originariamente interpretato dai Def Leppard (che a loro volta si erano ispirati alle sonorità di “Stairway to Heaven”) e poi successivamente riproposto da Mariah Carey.

La versione originale di questo diamante prezioso, che è stato scritto da Joe Elliot (che è anche la voce della band), da Steve Clark e da Pete Willis, è contenuta nell’album “High and dry” (1981) e nelle successive raccolte “Vault” (1995), “Best of” (2004) e “Rock of ages” (2005), ed essa è stata considerata la prima ballata metal nella storia della musica, mentre “Yahoo Music” l’ha incoronata come la miglior ballad di tutti i tempi (ed io sono pienamente d’accordo!).

Spettacolare è anche il videoclip (di cui esiste una versione girata da Dough Smith presso il Royal Court Theatre di Liverpool, ed un’altra girata da David Mallet presso la Jacob’s Biscuit Factory nel lago di Dublino), che all’epoca fu uno dei più trasmessi su MTV, e ciò incise notevolmente sulle vendite negli USA, infatti l’album “High and dry” riuscì a raggiungere il traguardo di 2 milioni di copie vendute e 2 dischi di platino, quindi, in attesa della versione della Carey, voglio che vi gustiate il timbro vocale da pelle d’oca di Joe Elliot, perché ne vale veramente la pena!!

A distanza di anni, arriva però il colpo di scena, perché il produttore dei Def Leppard, non ancora soddisfatto, ritenne che il brano avrebbe potuto avere un successo ancora maggiore se cantato da una voce femminile: inizialmente si pensò a Bonnie Tyler, ma poi la scelta ricadde su Mariah Carey.

Nel 2002, “Bringin’ on the heartbreak” è stata appunto reinterpretata dalla cantante statunitense Mariah Carey all’interno dell’album “Charmbracelet”, e tale versione, che vanta la presenza della chitarra di Dave Navarro (già chitarrista dei Red Hot Chili Peppers), venne molto apprezzata sia dai critici che dal cantante dei Def Leppard, anche perché si tratta di una delle poche canzoni con influenze rock all’interno del repertorio della Carey.

Il suggestivo videoclip di questa versione, che è stato girato nel 2003 a Los Angeles dalla regista Sanaa Hamri e che vede le apparizioni di Randy Jackson (produttore del brano) e di Dave Navarro come ospiti speciali, trae ispirazione dal film “The Rose” (1979), in cui viene illustrata la vita di una rockstar che lotta per trovare la sua felicità, quindi non vi resta altro che godere di quest’altra autentica meraviglia!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!

The Showmen- “Basta che mi vuoi”

Buonasera a tutti!!! Dopo un periodo dedicato allo studio, sono pronta a tornare e regalare perle apposta per Voi!!

Vi ricordate il programma televisivo “The winner is”, andato in onda l’anno scorso e condotto da Gerry Scotti? Bene, io l’ho seguito e in particolare mi ha davvero impressionato un artista campano (che poi è stato il vincitore dell’intera edizione, e sono contenta perchè tifavo per lui) la cui voce è davvero un qualcosa di unico e mai sentito prima: il suo nome è Salvatore Lampitelli, in arte “Sabba”.

Voi magari penserete che ciò che ho scritto fino ad ora in questo articolo non c’entra con il mio blog, invece vi sbagliate, perchè è grazie a questo ragazzo, anzi questo fenomeno (dico così perchè la sua interpretazione è stata un qualcosa di superlativo), che ho scoperto il brano di cui Vi parlerò adesso, che si intitola “Basta che mi vuoi”, i cui interpreti originali sono gli Showmen, gruppo musicale in voga negli anni ’60 che mescolava sonorità blues a melodie italiane e che purtroppo si è sciolto troppo presto (precisamente all’inizio degli anni ’70).

Questo diamante della musica, scritto da Giuseppe Cassia e Vito Tommaso e contenuto nell’album “The Showmen” (1969), mostra tutte le sfumature della graffiante voce di Mario Musella (cantante della band), che parte pianissimo per poi toccare vette incredibili di pura voce e pura interpretazione: insomma, da pelle d’oca, quindi ascoltatelo perchè merita davvero!!! A presto e baci dalla Vostra “Anna R”!!!!

Questa è la versione originale:


Questa invece è la versione di Sabba, vincitore di “The winner is”:

Mina- “Ballata d’autunno”

Buonasera a tutti,

prima di tutto mi scuso con Voi per la lunga assenza, ma ho vissuto un periodo veramente molto difficile dal punto di vista emotivo (non voglio però dilungarmi troppo su questo punto). Volevo anche ringraziarVi perchè ultimamente le visualizzazioni sul mio sito sono cresciute e ciò senza di Voi non sarebbe stato possibile e un ringraziamento va anche ai miei due nuovi followers che hanno deciso di affrontare questo “viaggio” con me.

Adesso però torniamo a noi, perchè, come già sapete, il 27 giugno di quest’anno ci ha lasciati il grandissimo Paolo Limiti, un personaggio che ha lasciato un segno indelebile nella musica italiana. Le sue canzoni sono tutte dei capolavori, ma per Voi ho deciso di pubblicare una delle sue canzoni più struggenti, ossia “Ballata d’autunno”, traduzione italiana di “Balada de otoño”, composta da Joan Manuel Serrat su un testo del 1969 scritto dal poeta Razfael Alberti. La principale interprete italiana di questo gioiello fu Mina, che la incise in vari album, ossia: “Altro” (1972), “Del mio meglio volume 2” (1973), “Di tanto in tanto” (1978), “Minantologia” (1997) e “Platinum collection” (2006).

Ascoltatela con attenzione, mi raccomando! Baci dalla Vostra Anna R!