Buona serata a tutti!!!
Oggi, dopo un breve “viaggio all’estero” con i Beatles e Stevie Wonder, ho proprio voglia di tornare in Italia omaggiando un Artista incredibile che molto spesso (erroneamente, dico io) viene associato solamente ai lustrini ed alle paillettes, ma che in realtà possiede una profondità testuale ed una sensibilità musicale fuori dal comune: sto parlando del mitico Renato Zero, ed il brano scelto è l’ultimo capolavoro scritto da Giancarlo Bigazzi prima della sua morte, che si intitola “Un’apertura d’ali”, il cui album di appartenenza è “Amo-Capitolo I” (2013), che vede alla produzione la presenza di grandi nomi quali Trevor Horn (che aveva già collaborato con artisti del calibro di Paul McCartney ed i Genesis) e Celso Valli.
Questa autentica gemma, che viene impreziosita ancora di più dall’atmosfera musicale creata dalla sezione degli archi, ha come tema portante l’essenza più profonda dell’amore, che qui viene visto come un mix tra gioia ed angoscia (“E’ un’apertura d’ali/quella felicità/che fa sentire soli/per quando finirà”), infatti, come dice il testo, “ci fa prigionieri eppure sembra libertà”.
Molto toccante è anche il video ufficiale, la cui regia è di Alessandro D’Alatri, e che vede come protagoniste le detenute del carcere femminile di Latina (le cosiddette “cattive ragazze di Via Aspromonte”) alle prese con una quotidianità fatta di stenti e di sofferenza, ma con la speranza di recuperare la libertà perduta (in tal senso, emblematica è la fotografia del mare presente alla fine del videoclip).
Adesso, però, non dico più nulla, perché voglio che vi godiate questa meraviglia assoluta!! Baci dalla vostra “Anna R”!!!
Sempre bravissimo!
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Da brava sorcina non rinnego le origini di Renato, i lustrini e quell’essere sopra le righe che ancora lo distingue, ma a parete questo resta un grande poeta e paroliere, un carisma unico.
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